Vivere nelle città post-coronavirus
Servizio comunicazione istituzionale
21 Settembre 2020
Come cambieranno le nostre città, la pianificazione urbana e le nostre abitazioni a seguito dell'epidemia di Covid-19? È una domanda che sta occupando architetti e urbanisti, che si trovano ad affrontare nuove sfide.
Il coronavirus cambierà la cultura della pianificazione e della progettazione: ne è certo Sascha Roesler, professore assistente presso l’Accademia di architettura dell’USI all’interno dell’Istituto di storia e teoria dell’arte e dell'architettura (ISA), che sottolinea con un'interessante retrospettiva storica come le pandemie anche in passato abbiano sempre influenzato la pianificazione urbana. Intervistato dalla televisione svizzera di lingua tedesca SF, Roesler sostiene che sia le nostre città, sia le nostre abitazioni dovranno diventare più flessibili.
Negli insediamenti, nei quartieri urbani e nelle abitazioni gli spazi dovranno essere progettati per svolgere più funzioni. Anche le aziende stanno parallelamente ripensando i propri spazi in funzione di un maggiore uso del telelavoro. Tutti fattori che in realtà esistevano anche prima della pandemia, ma che il coronavirus ha accelerato. Difficilmente si potrà tornare indietro.
Anche la pianificazione urbana cambia paradigma: oggi si cerca infatti di progettare le città in modo che le funzioni siano di nuovo vicine l'una all'altra, idealmente raggiungibili a piedi in modo che la vita, il lavoro e lo shopping possano essere fatti facilmente, rapidamente e senza auto.
L'intervista completa della SF:
www.srf.ch/kultur/gesellschaft-religion/wochenende-gesellschaft/leben-in-der-post-corona-city-in-der-stadt-der-zukunft-funktioniert-alles-zu-fuss
Correlati: il prof. Roesler ha trattato il rapporto tra epidemiologia e urbanistica anche in un recente articolo sulla Neue Zürcher Zeitung e in un'intervista-video www.usi.ch/it/feeds/13181.